lunedì 30 gennaio 2012

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Cos'è il matrimonio?
01 marzo 2007 09:42

    Cos'è  la famiglia?  Sono forme sociali naturali, universali?







 In moltissime società. anche moderne, come l'India, come il Giappone il matrimonio non corrisponde all'amore -passione, anche se può prevederlo.
 I matrimoni sono combinati perchè il legame sia stabile e non  fluttui con i cambiamenti delle emozioni.

 In India dicono che il loro tipo di matrimonio è come mettere il fuoco sotto una pentola di acqua fredda, mentre il nostro occidentale sarebbe come spegnere il fuoco sotto una pentola di acqua calda.

    Ed è vero che la nostra società, nonostante i richiami delle chiese e dei nuovi fondamentalismi fa una fatica enorme a non sfaldarsi continuamente,  Oggi la parola coppia è svuotata di gran parte del significato che anche da noi poteva avere fino a vent'anni fa .




I "Pacs" e i "Dico" e anche il matrimonio tra persone dello stesso  sesso affrontano un problema giuridico, legato all'eredità e alla comunanza di beni, ma non affrontano la sostanza impoverita della coppia.


  Eccovi alcuni punti di vista:      


Alessandro Manzoni
    
 Bisogna che il curato senta, che i testimoni sentano; il matrimonio è bell'e fatto, sacrosanto come se l'avesse fatto il Papa.    ( I promessi sposi-   1840-42 )  



      Italo Svevo

Non v'è niente di più difficile a questo mondo che di fare un matrimonio proprio come si vuole .  (La coscienza di Zeno. -1823)



  S. Kierkegaard

Il paganesimo aveva un dio per l'amore ma non per il matrimonio;  il cristianesimo ha, oserei dire, un dio per il matrimonio ma non per l'amore.    ( Sul matrimonio -1845 )



 Friedrich Hegel

 Il matrimonio è essenzialmente monogamia  poichè è la personalità, a porsi in questo rapporto.    (Lineamenti di filosofia del diritto -1821)
"Tutti a casa, come nel film di Comencini"
01 marzo 2007 09:38
- Benigni


 "Il governo si era appena messo in moto ed è gia caduto. Ho parlato con Prodi, D'Alema e Rutelli: sono tutti a casa come nel film di Comencini."

    Roberto Benigni porta il suo "Tutto Dante" a Parma, ma parla anche della crisi.


Il paragone è  con "Tutti a casa",  film sui soldati italiani dopo l'8 settembredel 43, con Alberto Sordi.



    L'irresponsabilità di far cadere Prodi...


 

 Nove mesi vissuti pericolosamente...


 Doveva succedere,  è successo..  !!!

 Che sgomento  !!

 Voi amici lo siete ??


      Torna Berlusconi  e che succede??
Salvatore Niffoi
01 marzo 2007 09:36
Mio padre e tutti i suoi fratelli erano massajos, agricoltori

Era assegnatario di tre ettari di terra, tutta sassi e serpenti.

 La miniera era l'eldorado. Era il sogno di tutti. Lo fu fino alle ultime assunzioni del '77.


     Era un sogno che  vedevano soprattutto le madri. Gli uomini erano troppo occupati a portare a casa i soldi per vivere. Ma le madri vedevano più lontano, capirono che quella era l'unica possibilità per far studiare i figli.  Quando io ero ragazzino, in paese si laureavano solo i figli del farmacista,  del dottore e del grosso proprietario terriero.



Invece in  quegli anni iniziammo a studiare  anche noi, uscimmo dalle pagine di Tex Willer e scoprimmo la grande letteratura.


Ci costruimmo una visione del mondo grazie a quella immolazione collettiva alla miniera.


 In seguito mio padre fece il tagliapietre. Una vita da precario. Il problema della sopravvivenza era molto sentito a casa mia .

Quando si metteva una cotica di formaggio a bollire nella pasta o si passavano gli spaghetti con aglio e pomodori secchi nel tegame d'alluminio era una festa, un sapore che non dimenticavi più..


    Nel 62 babbu meu entrò in miniera. Gli occhi di mia madre avevano cambiato colore dalla felicità. Avevamo un lavoro sicuro......



  La Sardegna ha mille facce, mille volti e mille culture.

Dovendo schematizzare, oggi potremmo dire che ne sono rimaste solo due,  quella smeraldina, finta, oppulenta di gente che gode di questo benessere che non sa da dove arriva e l'altra Sardegna, quella della gente che è disposta, per vivere, a entrare nel  sottosuolo.


 Quella è la Sardegna vera, in cui mi riconosco, quella più tragica e disperata.          

(testo raccolto da Dario Oliviero)

L'autore ha pubblicato per Adelphi numerosi romanzi, tra cui "La vedova scalza" e, appena uscito, "Ritorno a Baraule"
"Il mio addio All'Asia" di Tiziano Terzani
07 marzo 2007 20:49

 Macao, dicembre 1999



 Mia carissima Saskia, grazie infinite del tuo messaggio.

 Ne avevo  bisogno per sapervi tutti tornati a casa, ma anche per ricordarmi che ho ancora, almeno in famiglia, delle stelle su cui orientare il mio sempre più confuso e labirintico cammino.


 Ieri mattina - una di quelle domeniche grigie, ma non fredde della Hong Kong invernale - mi sono messo in cammino dall'università , dove sto, a piedi giù dalla collina fino sul lungo mare e poi al Macao Ferri.

    Volevo passare due giorni  a Macao e respirare l'aria prima  che questo primo lembo di  sogni  occidentali in Asia, fra una settimana, anche l'ultimo ad ammainare una bandiera cristiana sulle sponde d'Oriente!....



 Mal me ne incolse!...  Tutto Macao è stato rifatto,  ricementato,  da nessuna parte ho sentito una zaffata di quell'odore di morte  che era la sua vita.   Per un giorno avrei voluto essere cieco, sordo e senza olfatto,  tanto ogni senzazione mi feriva.

 Credo che ho raggiunto il fondo del mio viaggiare in questa  Asia.
Penso all'India come ad una grande consolazione ed ancor più a San Carlo che la solita fortuna dell'istinto mi ha fatto decidere di riaprire come porto sicuro di tutte le memorie.



     Ah, Saskia.  Che cos'è una citta?   E Firenze ?



 
Firenze che cosa rappresenta  nell'immaginario di uno che ne è fuggito ragazzo, pur tenendola in petto  come faro di orientamento,  termine di paragone  anche per gustare tutto  "l'altro"?

E tu dove hai la tua stella? In quale memoria  trovi il tuo orientamento?

Dove la tua sicurezza?

A quale immagine di città ricorri  quando vuoi sapere chi sei?  

Quando vuoi trovare la forza  di sentirti diversa dal montare della marea altrui?


Ah Firenze, Firenze!



     A Macao non c'era  neppure più il mare a rassicurarmi col suo monotono respiro delle onde contro il muro di pietre sotto i grandi alberi.

    Anche  il mare è stato portato via.





Certo che ci sono ancora delle spiagge dove andare, degli alberghi boutiques in cui i ricchi potranno  permettersi di stare lontano  dagli  "Ossies,"  ma non è questo il punto.

Il punto è che è finito il senso dell'avventura ,

"il gusto dell'altro"  che ancora avant'ieri era dovunque,



     Ti abbraccio mia Saskia e grazie ancora per aver battuto un colpo .

    So che ci sei da qualche parte nel mondo

    e quel sapere mi consola.






  Questa lettera di Tiziano Terzani alla figlia Saskia è inedita.

/  Il "San Carlo" a cui si riferisce è la casa di Firenze /

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