lunedì 30 gennaio 2012

La fuga della gatta rossa


Lì, al coperto dal sole che abbaglia,

ti rendi conto che è bello restare qui,

a Milano, anche nel mese di agosto.



Tutti gli altri spariti: inghiottiti dal caldo di agosto dentro stanze gelate, oppure fuggiti via per evitare la calura e la solitudine.

Che i negozi erano chiusi, ma mica c'era la guerra: e che, se volevi, camminare placidamente in mezzo alla strada, tu, padrone incontrastato e assoluto.




Li ho presi in parola e mi sono detto: andiamo a vedere.

Lì dove sto io, non cambia mai niente: fa caldo o fa freddo in giro c'è sempre la stessa gente. I bambini in piazza che giocano a corda, gli uomini che ricompaiono solo la sera e le donne chiuse in cucina, a cucire cucinare, pulire. Inverno o estate.

Noi fuori ignorati o sopportati ,o semplicemente vissuti come qualcosa che c'è, Che c'è e basta, e allora perché darsene cura ?



Là,  invece, cosi mi avevano detto, il cuore ti salta in gola ogni minuto. Pare che uno come te non l'abbiano mai visto: e allora ti guardano, ti chiamano, se possono, perfino, ti toccano. Non sai mai che intenzioni abbiano. E il traffico: pericoloso,devi guardare bene dove cammini.

Da avere paura, certo ; ma anche la solita noia e l'indifferenza fanno paura.

E poi però, d'agosto, mi avevano detto ci devi andare, è tutta un'altra cosa. Perché tu diventi il padrone della città. Ti sdrai dove vuoi, mica devi nasconderti.

C'è un posto persino dove trovi anatre e pesci: e un'altro, tipo un'aia grandissima, con una statua di bronzo che monta un cavallo di bronzo e, e, se salti, ti ci puoi accoccolare sopra.

Sopra un pezzo di storia perché lui si chiamava, credo, Vittorio Emanuele.

MattTu vai su e magari qualcuno, con un colorito strano, mi pare giallino, ti guarda estasiato e ti punta: niente fucili e archi, una macchina fotografica, mica con altro, Una sensazione da capogiro: vogliono me, dicono “com'è bello tutto rosso, cerca di prenderlo, dai che poi vi faccio il ritratto”.



Siamo in periodo di ferie a Milano, Anna rimasta in citta, strappa la mano alla mamma: - "Mamma, guarda! Un gatto randagio, uno di quei gattoni rossi che ormai non si vedono quasi più.

Scomparsi anche loro, reclusi negli appartamenti, o lontani relegati in campagna, quasi come le capre dei frati di quel tempo che fu.

E poi la gente di città non apprezza i particolari: il gatto è una gatta e per questo è molto più avventurosa.

CINZIA SASSO da "La Repubblica”

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